martedì 17 gennaio 2012

NURAXI FIGUS, DOVE CI SI 'CALA' ANCORA

Tenere a mente il passato minerario, a Carbonia, è relativamente più facile che altrove. A differenza di qualsiasi altra località italiana, dove l'attività estrattiva è stata consegnata alla storia, qui essa prosegue ancora. Pochi chilometri a nord in direzione Iglesias, nei pressi del primo sito minerario storicamente sfruttato da queste parti (Bacu Abbis, nel 1800), è tangibile e visibile anche a buona distanza la Carbosulcis, ovvero quella che è ancora oggi il mezzo di sostentamento per 500 persone circa. A Nuraxi Figus, ogni giorno, si scende nel buio per ricavare carbone: lo si fa con tecniche molto meno usuranti per i minatori, prova ne è lo scarso numero di infortuni che campeggia sull'apposito cartello posto all'ingresso dello stabilimento. Lì di fianco è attiva la portineria-centralino, primo avamposto all'esterno dell'industria, dov'è di stanza tra gli altri un ex poliziotto in servizio a Firenze che garantisce con il sorriso sulla 'salubrità' della miniera da terzo millennio. Nuraxi Figus è attiva dai primi anni '70, è stata più volte sul punto di chiudere e proprio per questo fu luogo di uno dei più serrati confronti tra lavoratori e proprietà, culminati in lunghi mesi di occupazioni delle torrette: tutt'oggi, dall'esterno, sulle pareti degli edifici sono visibili scritte residue di quell'epoca (“Vogliamo lavorare” - “Qui l'Eni non entra più”). Oggi, nei 30 chilometri di tunnel all'interno della miniera (4 livelli, profondità massima 450 metri) ci si può spostare su appositi pick up realizzati da Toyota, che collega i diversi livelli attraverso una strada di 3 km e mezzo, pendenza 14 %. Buona parte del lavoro di perforazione e raccolta viene trasferito sulle macchine, ovvero sulla tagliatrice (Rabot) e sull'”armamento marciante”, un complesso di pistoni idraulici che si muovo via via che gli scavi allargano la volta di scavo. Resta nondimeno il rumore assordante, la polvere che si insinua ovunque, dentro e fuori la pelle; il buio continuo, giorno o notte che sia; e la distanza – in chilometri – dalla superficie esterna.
Il carbone estratto è impiegato da Enel per alimentare centrali elettriche, in particolare quella di Portoscuso. A fine 2006 con un apposito bando sono stati selezionati 25 nuovi minatori con contratto di apprendistato, su 2400 aspiranti: giovani under 30, tra loro anche qualche donna. All'inizio dell'estate 2007 tra i lavoratori si sono riaffacciate preoccupazioni dopo che è scaduta a vuoto una gara per la presentazione di offerte private, per rilevare lo stabilimento da parte della Regione Sardegna e contemporaneamente realizzare una nuova centrale elettrica da alimentare con il carbone di Nuraxi figus.

(16 dicembre 2007)

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