venerdì 7 agosto 2015

Tre allegri ragazzi morti. Con le gambe all'aria




Un tardo pomeriggio di fine luglio a Santa Cristina in Caio, nelle Crete senesi, lungo la strada che dalla Cassia si distacca verso Montalcino.

 E' qui che è stata condotta una campagna di scavo archeologico, alla ricerca di quella che in teoria avrebbe dovuto essere il primo luogo di culto cristiano della zona.  Per quattro settimane una decina di persone tra archeologi studenti e volontari hanno scavato in questo campo sotto il sole d'estate: in questa sera in cui il caldo certo non manca vengono presentati al pubblico i risultati. Deludenti, o forse no. In lotta contro lo scorrere dei secoli, e contro gli effetti di chissà quante arature, il team si è ad un certo punto illuso di aver individuato l'abside della primordiale chiesa in una curvatura  netta ritrovata nel terreno riportato alla luce. Ma la curvatura si è poi interrotta, senza completare il disegno absidale supposto: e la scoperta ha dovuto essere ridimensionata, almeno per il momento.

Cos'altro è riemerso, a Santa Cristina in Caio? Tracce di uno stabilimento termale, attiva già nel primo secolo Avanti Cristo. Residui dell'attività di una fornace, che  successivamente pare sia stata molto intensa. Un paio di capanne, modesti ripari in uso nei primi secoli Dopo Cristo. E tre insoliti cadaveri, risalenti al VI secolo, o successivi. Perché insoliti? Perché sepolti uno accanto all'altro e tutto con i piedi all'insù. Sì, proprio nella posizione in cui si espone una persona quando ha un mancamento, per favorire l'afflusso di sangue alla testa. Solo che questo di solito lo si fa ai vivi, e invece queste erano tre persone (due uomini e una donna, pare)
passate ad altra vita. Le prime in assoluto rivenute in questa posizione: di certo nei dintorni, forse nel mondo intero. Gli archeologi hanno lanciato appelli per recuperare notizie di altri rinvenimenti analoghi. Per ora nulla di simile sembra appurato nei quattro angoli del pianeta.






Con questa singolare incognita si è chiusa la campagna di scavo 2015 a Santa Cristina in Caio. La sesta estate consecutiva, per iniziativa di vari soggetti (Università di Siena e di Chieti, Comune di Buonconvento, Amici di Buonconvento, azienda agricola Ricci) dopo che alle prime ricerche di metà anni '90 era seguito un nuovo oblìo. Molto altro resta ancora da riportare alla luce, gli archeologi ne sono convinti; sperando che i lavori agricoli susseguitisi nei secoli più recenti sul sito non abbiamo disperso troppo. Su web e pagina facebook dedicati c'è ampia possibilità di approfondimento. Per l'attività di scavo se ne riparla l'anno prossimo, se ci saranno fondi; nel frattempo, il mistero delle salme con le gambe all'aria cerca risposta.


Nessun commento:

Posta un commento